50 ANNI DELL’H.C. IMOLA

50 ANNI DELL’H.C. IMOLA

Nella foto “Carlone Magno Productions”, in piedi da sinistra, Marco Morovingi, Marco Rondelli, Maurizio Righini, Slavko Vlahovic, Alessio Sabbatini, Gianmario Montebugnoli, Andrea Baroncini, Marco Mondini, Davide Montanari, Maurizio Tabanelli, Mauro Boschi, Luca Sona e Massimiliano Vasselli; in basso, da sinistra, Gianfranco Montanari, Danilo Dall’Alpi, Renzo Zardi, Mirco Odorici, Danilo Sabbioni, Antonino Loreti, Daniele Gonni, Claudio Conti e Mirco Barberini.

La Società di pallamano H.C. Imola compie 50 anni di attività! 

Per festeggiare questo storico traguardo ci sarà un grande ritrovo giovedì 25 aprile 2024: a partire dalle ore 14,30 presso la palestra Cavina di Imola. Le vecchie glorie giallo nere si esibiranno in un torneo amichevole sfidando le altre formazioni “master” Trionfale Roma, Teramo e Bologna.
Durante il pomeriggio ci sarà spazio in campo anche per i ragazzi del settore giovanile imolese.
Funzionerà un gustoso stand gastronomico e l’ingresso, ovviamente, sarà gratuito.

I PRIMI 50 ANNI DI STORIA. CHE STORIA!!!

Per raccontare la storia della pallamano a Imola e, dunque, dell’H.C. Imola, non si può non chiedere un contributo a chi questa storia l’ha vissuta passo dopo passo, con una passione clamorosa e sempre con il taccuino in mano: è il giornalista imolese Carlo Andrea Tori con la sua pazzesca memoria storica ad offrire il proprio ricordo a tutti gli appassionati.

Carlo Andrea Tori, innanzitutto, chi sono i principali giocatori che hanno segnato la storia dell’H.C Imola?
“Renzo Zardi, Mauro Boschi, Maurizio Tabanelli, Antonino Loreti, Walter Valenti e Andrea Baroncini. Ne metterei molti di più, ma se proprio devo fare delle selezioni, metterei questi sei considerando l’impegno e la lunga storia con la squadra. Spero di non dimenticare qualcuno visto che sono passati tanti anni”.

E quali ritieni, in assoluto, i giocatori più forti per carriera, tecnica ed esperienza che hanno indossato la maglia dell’H.C. Imola?
“Se la memoria non mi inganna direi che questi sono i giocatori che più mi hanno emozionato quando giocavano: sicuramente Franko Mileta, Mauro Boschi, Maurizio Tabanelli, Antonino Loreti e Luca Saulle sono i giocatori più forti, che hanno avuto anche tante presenze in Nazionale ed una carriera di alto livello anche altrove. Mileta non era italiano, ma dell’ex Jugoslavia ed è stato il giocatore che col suo arrivo, assieme a coach Milevoj, ha cambiato la storia della nostra pallamano. Non era un tiratore, ma un grande regista che sapeva dettare i tempi e gestire alla perfezione i ritmi del gioco”.

#3 Franko Mileta, #9 Maurizio Tabanelli e #11 Walter Valenti (capitano)

Cinquant’anni di cui circa un quinto vissuti in serie A?
“In totale furono 8 gli anni di serie A: il primo da squadra neopromossa con una buona salvezza, cinque campionati di alto livello con la conquista di un 3° posto, tre 4° posti e un 5° posto, poi gli ultimi due, con una salvezza discreta e con la retrocessione in A2. Queste è un po’ la sintesi della storia dell’H.C. Imola nella massima serie”.

Tutto cominciò da uno spareggio vinto…
“Il primo campionato in serie A della pallamano dell’H.C. Imola fu nel 1983/1984 e la squadra ci arrivò con una promozione guadagnata vincendo lo spareggio a Mantova contro Bolzano. Fu lo spareggio a partita secca tra le seconde dei due gironi di serie B.
Il primo campionato di serie A fu giocato da un gruppo costituito per gran parte da imolesi e da alcuni riminesi e, soprattutto, senza stranieri, allenato dal riminese Lino Saulle: l’unico obiettivo della squadra era quello di salvarsi e chiuse al 6° posto (su 8 squadre) nel girone Sud, con i primi “storici” viaggi a Conversano, Scafati, Teramo e Siracusa. Poi vinse il girone dei playout con le peggiori 4 dei due gironi, battendo tra le altre Cassano Magnago, Gaeta e Bolzano e raggiungendo addirittura il 9° posto complessivo in serie A (su 16 contendenti)”.

Prese le misure con il massimo campionato, Imola alzò il tiro…
“L’anno successivo (1984/’85) cambiò un po’ tutto, perché l’H.C. Imola iniziò a migliorare sotto tutti i punti di vista: la dirigenza andò a firmare Franko Mileta e Boris Milevoj, rispettivamente giocatore e allenatore dell’ex Jugoslavia, oltre al forte Luca Saulle in arrivo da Barberino del Mugello. Saulle faceva davvero la differenza, insieme al gruppo di Imola, mentre Mileta era un giocatore importante, con un’ottima visione di gioco ed un buon tiro dalla distanza. Avevano creato una squadra molto forte che giocava una buona pallamano e che riuscì a disputare un’ottima prima parte di stagione, arrivando al 3° posto alle spalle di Gaeta e Scafati. Ai quarti di finale playoff ci fu l’incrocio contro Bologna, la 2^ del girone Nord: un po’ a sorpresa Imola si trovò a vincere a Bologna 19-17 e in casa 28-23. Ma non fu l’unica sorpresa: Gaeta, la prima del girone Sud, perse il doppio confronto addirittura contro Brixen la 4^ del girone Nord e, quindi, per Imola ci fu (per l’unica volta nella propria storia) la possibilità di giocare la semifinale scudetto con la “bella” in casa. Fu un peccato, perché, probabilmente in quel momento la squadra non era ancora pronta a giocare partite così importanti e alla finale si qualificò Bressanone. Nella gara d’andata si impose l’H.C. Imola 29-24, mentre al ritorno vinse Brixen 27-24. La “bella” si disputò al PalaRuggi che era veramente strapieno, con un grande entusiasmo perché, tra l’altro, in due anni la squadra passò dalla serie B alla semifinale scudetto. Peccato che finì male quella partita con la vittoria 24-21 degli avversari. Poi si giocò la finale per il 3°/4° posto che valeva la qualificazione alle Coppe Europee, ma ci fu una doppia sconfitta contro Scafati (25-30 e 22-29)”.

Nel 1985/’86, un altro 4° posto, con una squadra molto “imolese” che giocò una pallamano di alto livello. Iniziò la rincorsa al podio.
“In quella stagione il campionato diventò a girone unico senza playoff, quindi con 16 squadre che giocarono 30 partite a testa: fu forse uno degli anni più belli, con tante partite “tirate” e con la squadra composta da molti imolesi. Non c’era più Saulle e, quindi, vennero fuori Maurizio Tabanelli e Mauro Boschi che erano già nel giro della Nazionale, ma che in questa stagione diventarono veramente delle colonne della squadra, oltre ad Antonino Loreti in porta. In generale era una bella squadra, fra cui anche diversi giocatori un po’ “attempati” che avevano portato la pallamano a Imola, come Zardi, Baroncini e Valenti. Questo gruppo riuscì ad arrivare al 4° posto. Al termine della stagione regolare, senza playoff, Imola non entrò in Europa, ma fu comunque un ottimo risultato, alle spalle di Trieste, Scafati e Gaeta: fu un anno che molti ancora ricordano, perché Imola aveva davvero una squadra forte, giovane e che giocava una bella pallamano”.

H.C. IMOLA 1986 / 1987
Sopra la traversa Serravalli, Boschi, Tabanelli; in piedi coach Milevoj, Loreti, L.Saulle, Baroncini, Gonni, Barberini; seduti Sabbatani, Montebugnoli, Bianconi, Zardi, Monduzzi, Mileta, Maccaferri, Dall’Alpi

Il picco della storia imolese fu raggiunto nel 1986/’87 con il terzo posto finale e l’accesso storico alle Coppe Europee:
“Tornò Saulle e fu, probabilmente, l’anno in cui l’H.C. Imola credette veramente di poter vincere lo scudetto. In regular season la squadra chiuse al 3° posto dietro alle corazzate Trieste e Siracusa, mentre nei quarti di finale playoff giocò bene contro Scafati vincendo 28-27 in Campania e 26-19 in casa. Imola si qualificò così per la semifinale contro Siracusa. In Sicilia si giocò la “famosa” partita contro l’Ortigia: io ero presente, perché feci la radiocronaca in diretta e ricordo un’ottima H.C. Imola che ebbe l’occasione migliore della propria storia di vincere a Siracusa, ma non la colse, anche perché in quegli anni vincere a Siracusa era praticamente impossibile per vari motivi. A Imola l’H.C. si impose 24-20, dimostrando a tutti di essere probabilmente più forte dei siciliani, anche perché va considerato che Siracusa aveva giocatori molto importanti come Chionchio e Zdravko Zovko, campione olimpico, considerato tra i “guru” della pallamano mondiale, probabilmente il giocatore più forte mai arrivato in Italia. La “bella” si giocava (di martedì) a Siracusa con l’Ortigia che vinse 27-25 contro un’Imola che restò sempre in partita, ma che non riuscì a far meglio, su un campo particolarmente “difficile”. La finale per il 3°/4º posto col Bressanone vide la vittoria dei gialloneri in casa 22-21, quella degli avversari 23-19 nel ritorno e il successo dell’H.C. Imola 24-22 nella “bella” casalinga. Fu terzo posto che resta il miglior risultato della storia dell’H.C. Imola che valse anche l’accesso alla Coppa Ihf  l’anno successivo”.

Sona, Zardi, Barberini, Andrea Bandini, Loreti, Darchini e Tabanelli

Nel 1987/’88 la Coppa, ma non solo…
“Il 3 ottobre 1987, per la prima volta, l’H.C. Imola disputò una partita nelle Coppe Europee: ci fu la sfida ai francesi del Nimes, squadra francese molto forte, anche se il movimento della pallamano in Francia, in quel momento storico, non era molto superiore a quello italiano. Imola pareggiò 21-21 in casa, per poi perdere 20-24 al ritorno giocando molto bene: ricordo sui giornali i titoli che parlavano di “sorpresa Filomarket”.
In campionato, però, la squadra ebbe un leggero calo anche come obiettivi: finì al 5° posto al termine di un campionato certamente non brillantissimo. A dire il vero, c’è da dire che il livello generale del campionato si era alzato rispetto alle stagioni precedenti. Nei playoff Imola disputò i quarti di finale contro Trieste, perdendo in trasferta 18-25, vincendo in casa 21-14 e cedendo, dopo ben due tempi supplementari, 24-22 nella “bella a Trieste. Fu una partita “eroica” in cui successe un po’ di tutto, ma alla fine la spuntò, secondo pronostico, Trieste che andò in semifinale, lasciando al 5° posto finale l’H.C. Imola”.

La stagione 1988/’89 può essere considerata come l’ultima ad alto livello?  
“L’H.C. Imola finì al 4° posto, alle spalle di Siracusa, Bressanone e Trieste. Nei playoff si ricordano tre partite a dir poco mitiche contro Teramo: 22-22 in casa, 21-21 a Teramo, con una gara strepitosa in un palazzetto con oltre duemila persone in cui non si respirava dal clima caldo ed assurdo. Il doppio pareggio portò la serie alla “bella” di Imola che fu decisa da un rigore di Maurizio Tabanelli a soli 8 secondi dalla sirena (22-21). In semifinale gli imolesi pescarono ancora Siracusa e persero 18-23 in Sicilia, prima di impattare 18-18 in casa. In finale, dunque, andò nuovamente l’Ortigia, con l’H.C. Imola che si risparmiò un altro viaggio di martedì a Siracusa. Questo è un po’ il quadro dell’ultimo anno di alto livello della Società”.

L’anno dopo cominciò la smobilitazione che anticipò l’inevitabile fine di un ciclo:
“Nel 1989/’90 ci fu il primo passo verso la retrocessione che arrivò nel 1990/’91: Tabanelli e Loreti furono acquistati da Rubiera e diversi giocatori abbandonarono la squadra e il 9° posto finale fu l’inizio del declino. L’anno dopo, infatti, arrivò il salto in serie A2 dopo aver chiuso al penultimo posto la stagione regolare. Da lì l’H.C. Imola continuò, non con grandi stagioni, la propria attività mantenendo a fatica la seconda categoria nazionale, fino al momento della fusione con Mordano per dar vita al progetto Romagna Handball”.

LE ORIGINI

10 Ottobre 1975 – Campo all’aperto (attuale piscina comunale estiva
H.C Imola-Derbigum Bologna 16-15

Non ci può essere una storia di una Società, senza l’idea, l’impegno e la passione di un fondatore: per l’H.C. Imola tutto questo lo rappresentò Andrea Bandini, il prof di ragioneria che a metà degli anni ’70 convinse un bel gruppo di ragazzi ad avvicinarsi ad uno sport per lo più sconosciuto nel nostro territorio. Era l’autunno del 1973 e quello fu il primo “zoccolo duro” che costituì l’H.C. Imola nel successivo campionato Juniores che iniziò con una pesante sconfitta 3-22 a Rimini.


In quel gruppo c’era Renzo Zardi, classe 1957, bandiera della Società negli anni d’oro, con tanto di presenze in Nazionale; quindi nel 1974 l’arrivo di Domenico Tassinari diede la svolta tecnica alla squadra che cominciò a vincere e a giocare a buon livello.
Nel1975/76 il debutto in un campionato senior, ovvero la serie C che l’H.C. Imola vinse immediatamente raggiungendo la serie B. Dopo diverse stagioni in cui i giovani ebbero modo di crescere, si arrivò all’annata pazzesca che vide ben 21 risultati utili consecutivi in serie B, con tanto di vittoria dello spareggio di Mantova contro Bolzano, con Lino Saulle come tecnico e Zardi che segnò circa 200 reti in campionato, seguito da Valenti e Baroncini.


Nella stagione 1983/84 l’H.C. Imola giocò la sua prima stagione nella massima serie nazionale, utilizzando solo giocatori italiani, senza alcun straniero. Da lì, l’ascesa con 6 stagioni consecutive in serie A, le Coppe Europee, le semifinali scudetto e il terzo posto finale conquistato nel 1986/’87, anche grazie a due fuoriclasse come il tecnico Boris Milevoj e il centrale Franko Mileta, entrambi dell’ex Jugoslavia e, soprattutto, all’apporto notevole del Cav. Ezio Tabanelli e della Filomarket che divenne il simbolo di quelle annate che resteranno nella storia della città di Imola.

Al centro il Cav. Ezio Tabanelli

I PROGETTI

Dopo una lunga storia ricca di splendidi successi, di cocenti delusioni e di una lunga cavalcata in serie A, sul finire degli anni ’90 si aprì una nuova stagione per l’H.C. Imola che si unì alla Pallamano Mordano, impegnata da anni nei massimi campionati nazionali: nacque il Romagna Handball che diede nuovo slancio alla pallamano locale. Il progetto, nel 2019 si allargò nelle proporzioni e negli obiettivi, includendo anche la Pallamano Faenza e, poco tempo dopo anche la nascente Pallamano Lugo.

Ora la Società vanta una progressione notevole nei numeri di iscritti e tesserati e la partecipazione a tutte le categorie maschili e femminili del settore giovanile, diventando e confermandosi uno dei fari dello sport del nostro territorio.

H.C. IMOLA NEL CUORE

Domenico Tassinari, ex atleta H.C. Imola, divenuto poi fondatore, leggenda e allenatore della Pallamano Mordano e del Romagna Handball
“Il periodo ad Imola ha rappresentato un momento fondamentale della mia vita, in quanto mi ha avvicinato e poi appassionato alla pallamano che poi, nel tempo, è diventata un po’ tutta la mia vita. Le persone e i ragazzi dell’H.C. Imola sono e saranno sempre per me ricordi vivi e ricchi di entusiasmo. Rivedere tanti di loro in occasione dei 50 anni sarà un bel momento per rivivere tanti splendidi ricordi”.

Fabio Bianconi, storico atleta e attuale General Manager della Pallamano Romagna
“I miei anni dell’H.C. sono qualcosa di straordinario e indimenticabile. Ci sono stati alti e bassi, tensioni ed ansie per il risultato, fatica e sacrifici per prepararsi e cercare di raggiungere il risultato: a volte è stato possibile raggiungerlo e molte altre no. Ma lo sport è questo: lavorare insieme per provare a fare tutto il meglio possibile. Questo è stato lo spirito della H.C. Imola negli anni ‘80. E siamo riusciti a creare un gruppo di amici che si è mantenuto anche quando qualcuno ha scelto il meglio per la propria carriera sportiva; anche oggi, dopo tanti anni è, per tutti noi, un piacere trovarci per trascorrere insieme qualche ora a ridere dei nostri ricordi ed aneddoti, a prenderci in giro e scherzare come se il tempo non fosse mai passato, per poi salutarci abbracciandoci e dandoci appuntamento alla volta successiva. Questa è, per me, l’essenza vera dello sport ed è il più bel regalo che ci hanno donato tutte le persone che lavorarono in quegli anni per prendersi cura di un gruppo di ragazzi, aiutandoli a crescere come uomini e poi come sportivi. Non voglio fare nomi, ma solo perché non vorrei dimenticare qualcuno, ma voglio veramente ringraziare tutti per quello che hanno fatto per noi: i nostri genitori, i dirigenti, allenatori, preparatori, medici, fisioterapisti, massaggiatori e autisti. E tutti gli sponsor e tutto il pubblico. Senza di loro nulla sarebbe stato possibile. Alcuni sono con noi, alcuni ci hanno già lasciato, ma il loro ricordo è sempre presente. Ed ora, sto cercando di ricambiare tutto quello che ho avuto l’onore di ricevere, cercando di impegnarmi affinché i ragazzi che si avvicinano al nostro sport abbiano le stesse opportunità del nostro gruppo: i tempi sono cambiati e le difficoltà non mancano, ma ci proviamo ogni giorno a fare qualcosa di più affinché possiamo trovare un nuovo volto felice di un ragazzo al termine della sua partita che festeggia con i propri compagni ed amici. Per avercela messa tutta, magari, per aver raggiunto un risultato, qualunque esso sia, ma sicuramente consapevole di averci provato e, a volte senza saperlo, aver fatto un passo avanti importante oltre i suoi limiti”.

Renzo Zardi, storico atleta e attuale Presidente dell’H.C. Imola
“Quella di esser stato all’H.C. Imola fin dalla prima ora è una delle mie maggiori soddisfazioni. Cosiccome esserci tornato attivamente negli ultimi anni come dirigente e presidente. All’inizio eravamo un gruppetto di ragazzi provenienti soprattutto dalla pallacanestro, che non conosceva nemmeno le regole del gioco, ma in poco tempo tutti ci appassionammo a questo sport che ci regalò tante soddisfazioni. Una delle prime fu vincere lo spareggio di Mantova contro Bolzano perché conquistammo la serie A, fino a poco tempo prima assolutamente una chimera, sia perché questo risultato aumentò il grande interesse degli imolesi attorno alla nostra squadra: con le partite al PalaRuggi ci fu una vera e propria esplosione della pallamano nella nostra città. Ci tengo a ringraziare Andrea Bandini, senza il quale oggi no saremmo certamente qui a festeggiare i 50 anni dell’H.C. Imola”.

#7 Renzo Zardi e #3 Domini

Maurizio Tabanelli, storico atleta dell’H.C. Imola
“Il fatto di non aver mai conquistato né la finale né lo scudetto con la maglia dell’H.C. Imola è un mio grande rammarico. Eravamo giovani e forti e ce lo saremmo davvero meritati. Per tre volte abbiamo perso la semifinale scudetto e questo mi dà ancora fastidio a ripensarci. Iniziai a giocare in seconda media e già a 16 anni fui “buttato” dentro in serie A, fu bellissimo. Dopo andai un po’ in giro per poi tornare nel Romagna, ma fu grazie a Imola se arrivai in Nazionale e a Mordano se andai ai Mondiali in Giappone nel ’97. Io, Loreti, Boschi, Zardi, “Barone” il mio maestro e gli altri eravamo davvero una grande squadra che avrebbe potuto e dovuto vincere molto di più. E voglio ringraziare il Cav. Ezio Tabanelli che ci aiutò a realizzare la nostra cavalcata in serie A”.

Maurizio Tabanelli al tiro e Mauro Boschi (#15)

Vito Sami, Presidente della Pallamano Romagna
“Alla nascita del progetto Pallamano Romagna nel 2019 il nostro sport a Imola era ridotto ai minimi termini. Uno dei nostri obiettivi era il suo rilancio e direi che il recupero di questa piazza storica è pienamente riuscito: con un centinaio di tesserati, ora gode di ottima salute ed il nome storico “H.C.”, con cui tutti nel nostro mondo identifichiamo Imola, è tornato sulla bocca di tutti. E ne siamo felici e, al contempo, fieri”.

Ufficio Stampa PALLAMANO ROMAGNA
Carlo Dall’Aglio

Carlo Dallaglio